Di Sara Mazzini, classe 3a, secondaria di primo grado
In una domenica di fine febbraio tutto è cambiato. Era una domenica pomeriggio, stavo svolgendo gli ultimi compiti per il giorno dopo, quando tramite il gruppo dei genitori è arrivato il messaggio che dal giorno dopo tutte le lezioni di qualsiasi grado in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte sarebbero state sospese. Pensavo che la cosa fosse temporanea. Nessuno della mia famiglia me compresa si rese immediatamente conto di ciò che stava per accadere. Lo ammetto, appena ho saputo della chiusura il mio primo pensiero è stato: “domani mattina si dorme”. Tutto mi appariva strano, ma tutto sommato era piacevole, svolgevo i compiti che mi erano stati assegnati in precedenza con estrema tranquillità senza l’ansia delle interrogazioni o delle verifiche. Il mio atteggiamento è iniziato a cambiare quando si è continuato a sentire che le scuole non avrebbero riaperto, in casa si ascoltavano continuamente i notiziari e dai commenti dei miei genitori ho capito che la cosa era seria. Da un primo momento di felicità sono passata allo sconforto: i primi di marzo avremmo dovuto, io e alcuni miei compagni, affrontare l’esame del ket, le lezioni erano state tutte annullate, la paura iniziava a farsi sentire. I professori hanno cominciato a dare compiti e a programmare verifiche e interrogazioni per il nostro eventuale rientro, il registro elettronico aveva ripreso vita, mamma continuava a esortarmi nello studio, nell’organizzazione, poiché anche lei sperava che si sarebbe risolto tutto più velocemente. Da qualche tempo è stato anche attivato Meet, una piattaforma informatica grazie alla quale facciamo video lezioni programmate con i nostri insegnanti, ci vengono spiegati i nuovi argomenti durante le lezioni e noi possiamo intervenire, quasi come in classe. Purtroppo le cose non stanno assolutamente migliorando, anzi, dalla scorsa settimana sono stati chiusi tutti i punti di ritrovo e aggregazione, bar ristoranti e perfino i parchi dove molti bambini e ragazzi al pomeriggio in assenza di scuola andavano a giocare e a fare sport, sono state chiuse anche molte fabbriche o comunque molti lavoratori sono stati lasciati a casa per riduzione del personale. Tutto questo è surreale, non mi sento spaventata, sono solo un po’ disorientata, trascorro le mie giornate sul computer o per lo studio o per svago, tutto fuori sembra immobile, non passano macchine, non si vedono ciclisti, nessuno esce di casa, sembra l’inverno del 2012 quando pareva che la vita si fosse fermata. Ogni tanto, viste le splendide giornate esco nel mio giardino, forse è solo suggestione, ma ho come l’impressione che l’aria sia più pulita, osservo il prato e man mano che mi avvicino a un grande albero vi è uno svolazzare di uccellini che non avevo mai visto prima, sono tantissimi. Capisco perfettamente che tutto ciò che sta accadendo sia bruttissimo, mi auguro infatti che si risolva al più presto, allo stesso tempo penso che questa pausa possa servire molto a farci riflettere sul perché si sia arrivati a tutto questo.
Marzo 2020